Hotel Ruanda

Discriminazione razziale. Ai sensi dell’art. 43 del d. lgs. n. 286/1998, è considerato discriminatorio ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza, l’origine o la convinzione religiosa.

La discriminazione è un fenomeno che è sempre stato presente nel mondo sin dai tempi dei romani. Molti sono i casi che potrebbero essere riportati, uno di questi è certamente ciò che è successo in Ruanda e quindi della rivalità tra Hutu e Tutsi sulla quale è stato girato un bellissimo film intitolato “Hotel Ruanda”.

La differenziazione tra Hutu e Tutsi è stata sempre presente in Ruanda, fu l’amministrazione coloniale belga che trasformò questa differenziazione da socioeconomica (gli Hutu erano agricoltori e i Tutsi allevatori) in una differenza razziale dicendo che era Hutu chi avesse una statura media e Tutsi che avesse una statura alta. Così i due gruppi si separarono uno dall’altra e non furono più possibili matrimoni tra persone di gruppo diverso.
Inizialmente furono i Tutsi, considerati la classe elitè, a prendere il potere mentre gli Hutu dovettero subire. Successivamente in seguito a una rivolta nel 1959 gli Hutu passarono al potere e così iniziò una persecuzione dei Tutsi durata ben 4 anni.
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Ed è proprio all’inizio di questi 4 anni che si ambienta il film “Hotel ruanda”. Questo film del 2004 parla di un fatto realmente accaduto, cioè della storia di Paul Rusesabagina e di come con la sua forza di volontà abbia salvato la vita a 1200 persone rifugiate nel suo hotel.
Tutto ha inizio in una mattina qualunque, i ribelli Hutu hanno appena dato il segnale di uccidere tutti i Tutsi (“tagliate gli alberi alti”) così la polizia circonda la casa del povero Paul unico Hutu della famiglia che per non far uccidere la sua famiglia e gli altri Tutsi che si trovavano lì corrompe il comandante e si fa scortare fino all’Hotel des mille Collines di cui lui è il direttore.
Qui dà rifugio ad 1200 profughi Tutsi sapendo che, almeno per il momento, hotel non verrà attaccato dagli Hutu data la presenza di alcune persone occidentali.
Ma è proprio quando tutti gli occidentali vengono portati in salvo che Paul capisce che l’unica cosa che teneva il suo hotel sotto la protezione degli occidentali se ne è andata e ora è da solo conteo i ribelli. Paul riesce grazie all’intervento della compagnia francese che possedeva l’hotel ad ottenere una “protezione” dalla polizia del governo e un aiuto dall’ONU che organizza un convoglio di camion per portare via una parte dei profughi.
Il tentativo di fuga va a vuoto ma i camion riescono a tornare all’hotel.
A quel punto la polizia decide di non proteggere più Paul e i rifugiati se il protagonista non avrebbe pagato ancora. Paul esaudisce i loro desideri e il pochi giorni dopo una colonna dei camion dell’Onu arriva all’hotel di Paul e così Paul, la sua famiglia e tutti i 1200 rifugiati sono finalmente salvi.

Il sogno tra fantasia e realtà

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“Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.”

Cosa sono i sogni?A cosa servono?Chi di noi non ha sogni?Chi di noi non ha ambizioni?Chi di noi crede di non poter diventare ciò che sente di diventare?

Non esistono risposte a queste domande perché i sogni viaggiano nell’immaginazione e sono fatti inspiegabili che ognuno di noi cerca di inseguire con convinzione. I sogni hanno quel qualcosa di magico che ci fa sperare in qualsiasi momento nonostante la realtà ci appare diversa. Rendono la vita piena di stupore e piena di mille sfumature positive e negative che ribaltano la realtà, la capovolgono completamente. Anche se la realtà, se la vita quotidiana non ci fornisce sempre momenti felici, sognare ci aiuta a vivere.

Molti pensano che i sogni siano collegati solo a cose materiali come ad esempio sognare di diventare ricchi o sognare di diventare famosi, ma il sogno vero deve condurre alla felicità interiore e ci deve allontanare dalle paure e ci deve dare un sapore di libertà. Sognare significa stare bene con gli altri e in primo luogo con se stessi. I sogni sono il nostro futuro immaginario, il futuro che tutti vorremmo avere e che non sempre si avvera, ma la bellezza sta proprio nel provarci, provare ad esaudire questi sogni e allo stesso tempo convivere serenamente con la realtà. Porsi degli obiettivi infatti ci rende competitivi ma in senso positivo come ad esempio migliorare il proprio io o raggiungere risultati importanti.

Se questi sogni non dovessero realizzarsi siamo consapevoli comunque di averci provato perché  è meglio fare e sbagliare che rinunciare a prescindere.

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